Intervista ad Alessio Nicotra: giovane scrittore etneo
La redazione de Il Trecastagnese, questo mese, ha il piacere di intervistare il giovane Alessio Nicotra, catanese, classe 1993, Laureato in “Scienze e tecnologie della Comunicazione” all’Università “La Sapienza” di Roma.
Sin da giovane coltiva la passione per il giornalismo e la scrittura e comincia a collaborare con diverse testate giornalistiche e redazioni. Da anni ormai conduce un programma sportivo su una rete televisiva regionale e conta quasi 150 interviste nel mondo dello sport ma anche dello spettacolo, con attori e cantanti di fama nazionale e internazionale. Nel 2012 è tra i vincitori del concorso regionale di scrittura “Gianfranco Troina”, nel 2017 vince invece il concorso nazionale “Giorgio Giavazzi” ottenendo di conseguenza la possibilità di lavorare con La Gazzetta dello Sport.
A 24 anni scrive e pubblica Certe luci non puoi spegnerle, uscito per Casta Editore, il suo romanzo d’esordio, presentato lo scorso 23 giugno.
Curiosi del suo successo e del romanzo, abbiamo posto ad Alessio alcune domande. Buona lettura!
- Da cosa nasce la tua passione per la scrittura e come l’hai coltivata?
È una passione che nasce sin da quando ero piccolo. Ho voluto fortemente imparare a leggere per poter capire le notizie che vedevo sui giornali e da lì a poco è nato il sogno di fare il giornalista. Per questo motivo, nel tempo, ho scritto per siti, riviste, blog di varia natura, ma sempre notizie o interviste. L’idea di scrivere un romanzo è nata quasi per caso o per gioco ed è diventata realtà solo in tempi molto recenti. È stata però una cosa che mi è piaciuta davvero tanto e spero che magari possa avere un seguito.
- Come nasce l’idea di Certe luci non puoi spegnerle?
Quasi per caso. È nata in un periodo in cui ho avuto la fortuna di lavorare per uno dei quotidiani più importanti d’Italia, inizialmente quasi per “esercizio”. Man mano che scrivevo però riuscivo a vedere l’evoluzione della storia, a condividere il viaggio che facevano i personaggi e a sentirmi vicino a loro. Non è stato difficile perché sin da subito ho avuto ben chiare l’evoluzione che volevo dare alla storia.
- Nella sinossi del libro chiedi retoricamente: “Quando si spengono le luci dei riflettori si continua ad essere speciali“? Cosa significa?
È un po’ una provocazione e, allo stesso tempo, quella che secondo me è una delle grandi domande del libro. Chi vive in certi ambienti spesso ha due facce: quella pubblica e quella privata, che corrispondono anche al modo in cui ci vedono gli altri. Quello che volevo far vedere è proprio questo e, per certi versi, è una domanda che nella vita ci poniamo tutti: cosa c’è oltre a ciò che gli altri vedono di noi? E quante sono effettivamente le persone che riescono o vogliono vedere oltre?
- Oggi, per uno scrittore emergente, quali sono le prospettive? Ci sono le possibilità di fare strada, attraverso l’aiuto delle case editrici?
Non conoscevo bene l’ambiente o almeno non direttamente. Con l’aumento delle case editrici che richiedono contribuiti per la pubblicazione, inevitabilmente oltre ad abbassarsi la qualità dei libri presenti nelle librerie diventa anche più difficile riuscire a farsi notare da emergente. Bisogna avere un’idea davvero valida, come spero sia stata la mia, e avere anche un pizzico di fortuna nel trovare una casa editrice che ci creda così tanto da investirci tempo e denaro. In tal senso io ho avuto la fortuna di incrociare sulla mia strada Casta Editore che sin da subito mi ha mostrato tanta fiducia e ha creduto in me e nel mio lavoro. Spero che questa collaborazione possa continuare, chissà, magari anche con altri lavori.
- Quali sono le tue prospettive per questo libro?
Spero che piaccia e che chi legge possa sentirsi vicino ai personaggi della storia. I primi feedback che sto ricevendo, anche da gente che non conosco personalmente, sono stati positivi e questa è la gratificazione più importante per chi scrive. Spesso ho definito il libro come “una storia di vita normale con un vestito speciale”: al di là del mestiere di Sebastian, il calciatore-protagonista della storia, infatti credo che molte dinamiche, problemi o dubbi possano essere comuni a tutti. E spero che chi legga il romanzo possa trovare una parte di se stesso in lui, negli altri personaggi e nelle parole del romanzo stesso.
- E per il futuro? Cosa hai in programma?
Non fermarmi. Sono una persona che, professionalmente parlando, appena raggiunge un obiettivo ne cerca subito un altro. È stato un anno molto impegnativo, non appena conclusa l’esperienza a La Gazzetta dello Sport mi sono lanciato in questa incredibile avventura chiamata Certe luci non puoi spegnerle e ora guardo già avanti. Spero che professionalmente possano arrivare nuove sfide e idee e magari, più avanti, anche un nuovo romanzo.
La nostra redazione augura ad Alessio buona fortuna per questa carriera appena cominciata, con l’augurio che possa raggiungere il successo ambito e possa continuare a pubblicare tanti romanzi.
Intervista a cura del Direttore – Gabriele Battaglia