Trecastagni nel Novecento, intervista al Prof Finocchiaro

Trecastagni nel Novecento, intervista al Professore Finocchiaro

Il professoprofessore-finocchiaro-trecastagni-storia-santi-lettere-cultura-trecastagnesere Pietro Finocchiaro è nato a Belpasso. Giunto a Trecastagni molto giovane, si laurea in lettere classiche presso l’Università di Catania. Ha insegnato sempre latino e greco in vari licei classici della provincia. In pensione dal 1999 si è dedicato alla famiglia e ai nipoti, senza mai trascurare gli interessi culturali classici. Impegnato nel sociale attualmente ricopre la carica di Governatore dell’Arciconfraternita del Purgatorio e del SS. Sacramento di Trecastagni.

Inoltre è presidente dell’Associazione Lions Club di Trecastagni per l’anno sociale 2016/2017

Da quanto tempo vive a Trecastagni?

Sono arrivato a Trecastagni 56 anni fa, ero molto giovane, avevo 19 anni facevo l’Assistente al Piccolo Seminario; nel frattempo insegnavo alle scuole elementari. Poi assolto il servizio militare e ritornato in paese ho incontrato una giovane trecastagnese, è scoppiata la scintilla e ho deciso di rimanere.

Lei è innamorato di Trecastagni?

Questo paese lo sento mio, nonostante sia nativo di Belpasso. A Trecastagni sono diventato uomo, marito, padre, nonno. Per cui Trecastagni lo sento mio, lo sento così tanto mio che ho scritto libri sul paese, in particolare Trecastagni nel novecento – attraverso l’attività deliberativa delle Amministrazioni Comunali.

Ci parli un po’ del suo libro

Ho deciso di scrivere questo libro, spulciando i pochi registri dell’archivio contenente le delibere comunali. Nell’archivio sono contenute fonti a partire dai primi del Novecento, prima no. Il libro ripercorre le grosse tematiche della storia del paese, non parla di biografie o personaggi, parla di ciò che è avvenuto. Ho scoperto tramite le mie ricerche diverse cose che nessuno sapeva. Ad esempio a Trecastagni c’era una cassa mutua fondata dall’Arciprete Domenico Torrisi intitolata a San Nicolò. Ho trovato, inoltre, delle cambiali intestate proprio alla cassa mutua con delle ricevute firmate dai sacerdoti. Altra notizia che nessuno conosceva riguarda l’Arazzo oggi locato nella sala consiliare. Avrebbe dovuto ornare il palco dei giurati e delle autorità durante le festività religiose. Era gestito della chiesa, e vista la molta conflittualità del periodo tra laici e preti, il comune lo ha rivendicato e ne ha ottenuto il possesso nei primi del ‘900.

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l’Arazzo di velluto in aula consigliare
Ci racconti una chicca su Trecastagni che nessuno sa

Penso in questo momento al porto di Riposto che fu costruito nell’Ottocento con i contributi dei paesi limitrofi. Trecastagni gravitava per il commercio del vino su Riposto e pagava una certa somma per il porto. L’ultima rata di questo porto è stata chiesta negli anni ’50 del Novecento. Quindi quel porto fu costruito grazie anche al nostro paese.

Perché il nostro paese si chiama Trecastagni?

La denominazione, probabilmente risale al Trecento.

L’etimo Trecastagni nei documenti della Curia, figura Trecastagne (femminile). L’etimo latino è Tres Castaneae, poiché in latino gli alberi sono femminili. Solo che con l’andare del tempo il nome si è italianizzato in Trecastagni. Tutte le altre etimologie, ad esempio Tres Casti Agni, sono spiegazioni del Settecento create nell’ambito religioso (Santi Martiri).

In passato probabilmente dovevano esserci tre grossi alberi nel luogo, proprio per questo il paese fu denominato in questo modo.  E’ favola, invece, la diceria delle tre castagne seminate e poi germogliate.

Gira la voce di un tunnel sotterraneo che va dalla Chiesa di Sant’Antonio di Padova al palazzo dei Principi di Giovanni, è vero?

Non è proprio così: in realtà non si è trovato nessun ingresso. C’è chi dice che doveva essere nella cripta di Sant’Antonio. L’unica verità è che quando fu costruito il corso Italia, sprofondò una parte della strada e c’era uno scorrimento lavico. Un’antica diceria sosteneva che si andava a cavallo lungo il sentiero sotterraneo. In realtà non si è mai trovato un sentiero né da una parte né dall’altra.

Come vede Trecastagni oggi?

Questo è un problema. Rispetto al circondario credo che il paese abbia perduto smalto da parecchio tempo e ancora se ne risente. Penso che le varie amministrazioni abbiamo avuto piccole prospettive e non a lungo termine.

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Inaugurazione del nuovo municipio – 8 Dicembre 1966 – Foto del libro “Trecastagni nel Novecento” AA. Prof. Pietro Finocchiaro

Un messaggio ai giovani trecastagnesi?

“Fatevi avanti cari giovani: la vita è vostra, siete voi che dovete costruire il domani, dovete costruire il vostro futuro. Anche se sbagliate provateci, provateci sempre. Non aspettate!” .

Concludiamo questa prima intervista in compagnia del Professore Pietro Finocchiaro. Ringraziandolo per la disponibilità avuta e per l’impegno quotidiano per il nostro paese.

Gli altri appuntamenti verranno pubblicati sempre nella nostra rubrica “Interviste”