Olocausto o Shoah? Nel giorno della Memoria, in ricordo delle vittime
“L’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria”.
Questa è una definizione citata dallo scrittore italiano Primo Levi; egli fu protagonista della più grande strage che abbia mai commesso l’Umanità nella storia, essendo anche lui ebreo, sopravvissuto alla strage di Auschwitz durante il periodo nazista.
Il 27 gennaio, anniversario della liberazione da parte dei soldati sovietici dell’Armata Rossa dei reclusi sopravvissuti nel campo di concentramento e sterminio di Auschwitz, viene commemorato nel mondo come “Giorno della Memoria”, in cui ricordare la Shoah, chiamata anche con il termine “Olocaustro”. Ma qual è la differenza tra le due terminologie?
Il termine “Olocaustro” deriva dal greco “ὁλόκαυστος”che significa “bruciato interamente”; inizialmente era un termine utilizzato per indicare un tipo di sacrificio della religione greca ed ebraica, nel quale ciò che si sacrifica viene completamente arso. Successivamente il termine cambia definizione; indica il genocidio perpetrato dalla Germania nazista e dai suoi alleati nei confronti degli ebrei d’Europa e, per estensione, lo sterminio nazista verso tutte le categorie ritenute “indesiderabili”, che causò circa 15 milioni di morti in pochi anni, tra cui 5-6 milioni di ebrei, di entrambi i sessi e di tutte le età.
Invece il termine “Shoah” è stato adottato più recentemente per descrivere la tragedia ebraica di quel periodo storico. “Shoah” (in lingua ebraica שואה), significa “desolazione, catastrofe, disastro”. Questo termine venne usato per la prima volta nel 1940 dalla comunità ebraica in Palestina, in riferimento alla distruzione degli ebrei polacchi. Da allora definisce nella sua interezza il genocidio della popolazione ebraica d’Europa.
Anche se sono due terminologie diverse, la cosa che le accomuna è il fatto che queste due stanno a significare l’orrore subito dal quegli esseri umani, in quei campi di concentramento. Erano costretti a lavori forzati, torture e altri tipi di violenza solo perché considerati diversi dal Governo nazista che voleva imporre la “razza perfetta ariana” trasformata poi in odio e violenza nei confronti dei diversi.
Nel 2000 la Repubblica Italiana riconosce il 27 gennaio, come la “Giornata della Memoria”.
Questo giorno prevede l’organizzazione di cerimonie, incontri ed eventi commemorativi e di riflessione, rivolti in particolare (ma non soltanto) alle scuole e ai più giovani. Lo scopo è quello di non dimenticare mai questo momento drammatico del nostro passato. Come dice la stessa legge “simili eventi non possono mai più accadere”.
Melvin Puddoo
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