Trecastagni Antica: Chiese scomparse – Priorato di San Giacomo e di San Giovanni Paparometta

“La storia di ogni chiesa è sempre la storia della comunità che vi gravita attorno.”

Forse a molti non giunge nuova l’esistenza di una Chiesa della Madonna dell’Indirizzo, andata distrutta intorno alla metà del Novecento, per fare spazio allo slargo di confine tra Trecastagni e Viagrande e all’incrocio delle due vie: Indirizzo (Viagrande) e Madonna dell’Indirizzo (Trecastagni).
Come la chiesa “Madonna dell’Indirizzo”, anche altre chiese del territorio trecastagnese, oggi meno note, sono andate perdute nel corso dei secoli. La loro esistenza è attestata in alcune relazioni ad limina, che i vescovi redigevano a conclusione delle visite pastorali e che andavano consegnate a Roma per documentare lo stato della propria diocesi. Le chiese scomparse sono almeno sei, dedicate ai santi: Giacomo, Giovanni Paparometta, Sant’Agata e Sant’Agata al Monte Ilice, Santa Maria del Soccorso e Santa Maria dell’Indirizzo. Inoltre, presso l’odierno Largo Luigi Pirandello, al confine con il comune di Pedara, sembra si trovasse una piccola chiesa, o forse un semplice altarino, dedicato a San Giovannello.


“Il tempo si muove in una direzione, i ricordi in un’altra.

Delle sei chiese scomparse, quella di San Giacomo era annessa all’omonimo priorato, che oggi corrisponde alla valle nord di Zafferana Etnea, ma che negli anni tra il 1640 ed il 1826 faceva però parte della nostra cittadina. Il santo cui era dedicato il priorato, e quindi la chiesa, era molto popolare in Spagna e lo divenne anche in Sicilia durante la dominazione spagnola.

 La chiesa è probabilmente andata distrutta con il terremoto del 1693. In seguito, infatti, non molto lontano da dove doveva essere situata la chiesa di San Giacomo, venne avviata la costruzione della chiesa che sarà la chiesa madre di Zafferana. Dal momento che in alcuni documenti la chiesa è definita parrocchiale, vuol dire che raccoglieva una piccola comunità di contadini intorno a sé. Essa era inoltre meta di pellegrini, venuti a venerare le reliquie del santo, e pare sia rimasta aperta al culto fino al 1677.

La scomparsa della chiesa di San Giovanni Paparometta sarebbe invece dovuta alle scosse sismiche causate dall’eruzione dell’Etna del 1329. Alcune fonti riportano la variante “paparumetta”, probabilmente frutto di un errore nella sua pronuncia o nella sua scrittura. La chiesa era situata nell’odierna via San Giovannello, tra il comune di Fleri ed il Monte Ilice. La strada deve quindi il suo nome proprio alla chiesa che un tempo vi sorgeva. L’uso del diminutivo fa pensare che si trattasse di una chiesa di piccole dimensioni, ma è anche plausibile che servisse a distinguerla da una chiesa vicina dedicata allo stesso santo. È anche grazie ai riferimenti alla chiesa di San Giovanni Paparometta che si ha un disegno chiaro del territorio assegnato al comune di Trecastagni nel 1640, che comprendeva anche quelli che sarebbero poi stati centri indipendenti, come Fleri.

Fonte: Barbagallo, Alfio, Tres Castaneae, a cura di Barbagallo Patrizia e Cristaudo Alfio, 2009.

A cura di Marie Anne Torrisi



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